SEDE VACANTE 1721


(March 19, 1721—May 8, 1721)




Description of the Sede Vacante,
March 21-April 2, 1721

 

Diario delle novita di Roma in tempo di Sede Vacante, Num. 2. In data delli 2 Aprile 1721 (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.], pp. 3-24:

 

ROMA primo Aprile 1721.

Venerdì [Friday, March 21], l' Eccellentiss. Sig. [ — ] Andrea Cornaro Am[bascia]tore della Serenissima Repub[lica] Venezia si portò dagl' Emin[tiss] e Reverendiss: Sign. Cardinal[i chi] stavano radunati nella Sagres[tia di] S. Pietro, et ivi all presen[cia di] quel Sagro Congresso in nom[e de ] la sua Republicacon un' eleg[ ] e misurato discorso rappresen[ — ] quella Sacra Adunanza il [ — ] cimento inteso dalla sua Sere[nissi]ma Republica del funesto cas[o de] la morte seguita del Capo d[ — ] Chiesa universale, etc insie[ — ] sentimenti della medesima [ —] eliggere per benefizio commu[n — ] un Soggetto, che abbia tu[ — ] quelle virtù, che possono [ — ]vare a tutto il Mondo Ca[ttoli]co.

Sabbato [March 22] mattina l' Eminentissimo Sig. Card. [Bernardino] Scotti del Titol[o di] S.Pietro in Montorio, Creatura del defonto Pontefice celebrò la Messa nel medesimo Altare della Pietà nel Coro de' Signori Canonici, e terminato detto Sagrifizio, quattro Eminentissimi Signori Cardinali più anziani del numero de' Preti, che furono Corsini del Titolo di S. Pietro in Vincula, Acquaviva di S. Cecilia, Gualtieri di S. Grisogono, e Paracciani di S. Anastasia, accompagnati dalli Signori Maestri delle Cerimonie andarono all' Altare, ove inchinatisi alla Croce, e, deposta la cappa, si pararono con amitto spora il rocchetto, stola, piviale, e mitra bianca e proceduti dalla Croce astata, si portarono verso il descritto Catafalco, il quale con 1024. trà candele, e torce, si vedeva, tutto illuminato, et a piedi della scalinata verso la Porta grande stavano in piedi con le loro casacche rosse, e ferrajolo negro con candelle giale accesse in mano li cavalleggieri, come stavano al tumulo li giorni antecedenti.

Salirono li quattro sporadetti Sign. Cardinali unitamente col celebrante al piano del Catafalco, e l' uno dopo l' altro fecero le cinque Assoluzioni, le quali dal Cerimoniale Romano si chiamano Majoris Potentiae.

L' Eminentiss. e Reverendiss. Sig. Cardin. Michele Federico de' Conti d' Althann del Titolo di S. Sabina, Vescovo di Vaccia, libero Barone di Goldburg, Murstetten, Consigliere intimo attuale di S. M. C., e C. Comprotettore della Germania, de' Regni delle Provincie, e Dominj Ereditarj della Casa d' Austria, Ministro di S. M. C., e C. l' istesso giorno alla presenza del Sagro Collegio fece l' infrascritta Allocuzione con quel spirito proprio di un sì gran Porporato e con quella venerazione di rispetto, e stima, che si deve ad una radunanza di Sagri Elettori.

Il sensibile dolore, che tiene occupati i cuori di tutto questo Sagro Senato, ed in particolare il mio per la grave perdita della san. mem. del Sommo Pontefice Clemente XI. mio benignissimo benefattore, non mi hà permesso fin ora di rappresentare all' EE. VV. il sicuro presentimento, che hò della somma afflizione, che avrà cagionato nell' animo piissimo della M. C. C. dell' Imperatore mio Signore all' arrivo di nuova sì funesta, ed il respiro di cui necessitavano gl' animi nostri addolorati da così deplorabile avvenimento, mi hà fatto sospendere di non passare prima quest' uffizio di condoglienza à nome di Maestà Sua.

Mi permetteranno dunque I V. V., che con queste poche parole sodisfi ad una parte quanto più doverosa, altrettanto [ ] sensibile per chi con sommo ra[ ] marico deve rammemorarne il [su]cesso.

Non mi riuscirà punto difficile di persuadere all' EE. VV. qu [  ] sensi  di giusto dolore del [meo?] Augusto Sovrano, quando E[ ]no si degneranno di rifletter[ ] alla grande venerazione, ed [ob]sequio, con cui in titti li te[ ]pi li gloriosissimi Cesari ante[ ]ti della Maestà Sua hanno se[m]pre rispettato questa Santa Sede ed il Capo Visibile della Chiesa Cattolica. Quali sentimenti [ ] Augustissimo Imperatore oggi g[lo]riosamente regnante, ha per [ ] sì dire, conseguito per eredi[ — ] col Sangue Austriaco più volte sparso, e da suoi Regnanti, e da suoi Fedeli Vassalli in beneficio, e difesa della Religione, e della Santa Chiesa i per la quale hanno sempre tenuto, ed ancora tengono, come in deposito, e lo loro vite, ed i loro tesori pronti sempre à sacrificarli ad ogni urgenza della medesima, di cui portano, ed hanno per sommo vanto il glorioso titolo di Avvocati.

Per sanare dunque una piaga tanto accerba non può apportarsi rimedio nè più sicuro, nè più proprio, che quello dell' elezzione di un Successore Vicario di Cristo, che degnamente occupi il Trono Vacante, lasciato da un Pontefice tanto pio, e di così rette intenzioni.

Ed acciò questa siegua tanto più felicemente, offerisco à nome della Maestà Sua all' EE. VV. tutte le forze, e tutta l'autorità del primo Monarca della Cristianità, per la libertà della medema, sostegno della Sede Apostolica, e dell' Eletto, che sarà per darci la Divina Providenza.

In coerenza di ciò stimo di essere in obligo di spiegare all' EE. VV., i santi, e pii sentimenti della Maestà Sua C. C. più volte dalla medema palesatemi, anche à viva voce sul timore concepito del funesto caso presente, cioè di non avere altra mira, senò, che venga esaltato al Sommo Sacerdozio, un Soggetto, che abbia tutte quelle qualità, che possino renderlo utile, e venerando alla Chiesa di Dio: ed in cui tutti possino trovare un Padre commune, alieno da tutte le parzialità, o predilezioni. Ai scurando nell' istesso tempo l' Eminenze Vostre, che giammai la Maestà Sua è stata, ne sarà di diversi sentimenti qualunque sospetto in contrario, averse potuto, o potesse eccitare, o disseminare l' altrui malignità, ed invidia.

Ed io, che per la Dignità Cardinalizia di cui indegnamente, e senza alcun mio merito mi trovo rivestito, dovrò concorrere unitamente con l' EE. VV. a conseguire un tal fine, supplico le medeme con tutto quell' ossequioso rispetto, che professo a tutti, e ciascheduno di questo Sagro Ceto, di essere persuasi, che giammai sarò per allontanarmi da' dettami della M. S. C. C. tanto uniformi alle Sagre Leggi, alle Costituzioni Apostoliche, ed all' obligo, che corre ad ognuno di noi, che godiamo la prerogativa del suffragio in questa Sagra Elezzione' ma che impiegherò sempre tuttome ste[ ], a quest'effecto, e per contribuire ad una perfetta unione del Sacerdozio ed Imperio, per natura sua tanto necessaria, ma molto più nelle circostanze presenti, ove da tante parti viene combattuca la Santa Religione, e la Sede Apostolica. E con questi sensi pieni di ossequio e venerazione per questa Sagra Adunanza mi umilio all' EE. VV.

 

Ritrovandosi nell' Erario vecchio della Fortezza di Castel S. Angelo in più borse 90. milla scudi d'oro in oro d'Italia, avanzati dalli 300. milla scudi presi col consenso del Sagro Collegio dall' Erario Sanctiore per la conservazione dello Stato Ecclesiastico nell' anno 1708, et altri 40. milla ache in oro, 20. milla de quali depositati nel Sagro Monte di Pietà, e 20. milla nei Banco di S. Spirito, a quali presida detal due Banchi, e portati nel medesimo Eraraio vecchio cumulati assieme colli sudetti 90. milla, fanno la somma di 130. milla.

Gl' Eminentissimi e Reverendissimi Signori Cardinali Capi d' Ordine, cioè Tanara Vescovo d' Ostia e Velletri, e Decano del Sagro Collegio, Sacripante del Titolo di S. Prassede da primo Prete, Pamfili primo DIacono di S. Maria in Via lata, et Albani Diacono di Santa Maria in Cosmedin come Camerlengo di Santa Chiesa, Othoboni Diacono di S. Lorenzo in Damaso come Vice-Cancelliere di Santa Chiesa, Tolomei del Titolo di S. Stefano Rotondo come Camerlengo del Sagro Collegio, e gl' Illustrissimi e Reverendissimi Onsign. Carlo Colligola Tesoriere Generale della R. C. A. e Protonot. Apostl Participante,  Altieri Decano della R. Camera, Otthoboni Presidente della medesima, e Gio: Carlo Piancastelli Commissario Generale dell' istessa, et il Sign. Francesco Elmi Depositario della R. Camera, e Tesoriere Segreto, Sabbato il giorno [Saturday, March 22] si portarono in detta Fortezza, et alla presenza del Signor Domenico Antonio Gallosi Segretario, e Notaro di Camera, che ne fece pubblico strumento di tutto l' atto fatto, fecero trasportare tutta la sudetta somma di scudi 130 milla d'oro in oro d' Italia dall' Erario vecchio all' Erario Sanctiore, e perche mancavano scudi 170. milla d'oro per compire la sudetta somma di scudi 300. milla che furono levati, la san. mem. del defonto Pontefice Clemente Undecimo avendo a cuore, e premendoli molto la reintegrazione di detto denaro, ne ordinò il moltiplico in tanti luoghi di Monti, e Vacabili; e si crede che il Sagro Collegio insinuerà al futuro Pontefice la vendita de'sudetti luoghi di Monti, e Vacabili, per rimettere nel sudetto Erario Sanctiore il prezzo di essi in compimento de'sporadetti 300. milla scudi per sodisfare et adempire la pia e sancta mente del nostro santo defonto Pontifice.

La medesima sera [evening of March 22] arrivò in Roma il Sign. Card. Orazio Filippo Spada del Titolo di S. Onofrio Vescovo di Osimo Lucchese, che ebbe l' alloggio in Casa del Sig. March. Bottini.

Domenica mattina [Sunday Morning, March 30] nel medesimo Coro, e colle consuete formalità cantò l' ultima Messa di Requie il Sign. Card. Nicolo Spinola Prete del Titolo di S. Sisto, e li quattro Assolventi furono gl' Eminentiss. Cardinali Fabroni del Titolo di S. Agostino, Priuli del Titolo di S. Marco Vesc. di Bergamo, Conti del Titolo de' SS. Quirico e Giulitta, e l' Eminentiss. Bussi del Titolo di S. Maria d' Araceli vesc. d' Ancona, tutti creature del defonto Pontefice; e dopo la Messa Mons. Gio. Vicenzo Lucchesini già Cameriere d'onore di S. B., e Segret. delle Lettere Latine, con cappa fece l'Orazione funebre alla presenza de' Sig. Card., delle Maestà del Re e Regina d'Inghilterra, che assistevano al Coretto, e di tutta la Prelatura; colla quale espresse le più rare gesta, e virtù ammirabili della sempre ricordevole memoria del morto Pontefice Clemente XI.

Per godere le Maestà loro le sagre funzioni, che da' Signori Cardinali si facevano intorno al catafalco, e per continuare fino all' ultimo di esercitare gl' atti della loro gratitudine, e filial rispetto verso un si gran Padre, e capo visibile della Chiesa Universale, et offerire nel medesimo tempo a Sua Divina Maestà tutte quelle preghiere che la loro propria dovozione le suggeriva in suffragio di quell' anima, si portarono in Chiesa al coretto, che a tal' effetto era staro fatto eriggere.

Lunedì mattina dunque ultimo di Marzo [March 31, 1721], et ultimo delle funzioni che fuori del Conclave dovevano fare gl' Eminentiss. e Reverendiss. Sig. Cardinali, dopo le 15. ore l' Eminentiss. e Rever. Sign. Cardinal Tanara Decano Vesc. d'Ostia e Velletri, nella medesima Cappella del Coro ponteficalmente si vesti de' sagri paramenti rossi, e cantò la Messa solenne dello Spirito Santo per l' elezzione del futoro Sommo Pontefice in presenza degl' Eminentiss. e Reverendiss. Sign. Cardinali, Giudice, Paulucci, Barberini; Corsini, Acquaviva, Gualtieri, Valemani, paracciani, Fabroni, Priuli, Conti, Zondadari, Bussi, Corradini, Tolomei, Spinola, S. Agnese, d' Althann, Salerno; Pamfilj, Otthoboni, Imperiale, Altieri, Colonna, Albani et Olivieri, e delle Maestà del Re e Regina d'Inghilterra, che stavano al Coretto, e di tutta la Prelatura, de' Patriarchi, Arcivescovi, Vescovi, Uditori de Rota, Chierici di Camera, Votanti di Signatura, e di tutti gl'altri Ordini, in Capo de' quali sedeva l' Illustriss.e Reverendiss. Monsign. D. Bartolomeo Ruspoli Protonot. Apost. Participante, come Governatore del Conclave, ò di Borgo.

Dopo la Messa s' intuonò dal Sign. Card. Celebrante inginocchioni l' Inno Veni Sancte Spiritus, il quale fu proseguito dalli Cantori della Capella Pontificia, e depositi dal Signor Cardinal Celebrante li sagri abiti, comparve dinanzi quel Sacro Congresso Monsign. Camillo Mari Vesc. d' Aleria de' Cherici Regolari Teatini vestito con rocchetto, piviale rosso, e mitra di tella bianca, e dopo aver salutato l' altare, e gl' Eminentissimi e Reverendissimi Signori Cardinali, e tutto l' ordine di quella gran Prelatura, et il Re e Regina d' Inghilterra, che stavano al Coretto, salì in pulpito, da dove con spirito e zelo sacerdotale recitò una erudita oratione latina, per la quale detto prelato per le sue note virtù fu prescelto ad un' opera di tanto rilievo da tutto il Sagro Collegio e riuscì con universale applauso; anzi il prelato sudetto non volendo per sua modestia et umiltà darla alle stampe; gl' Eminentiss. Sig. Cardinali per poterla avere, e godere sotto gl' occhi espressamente li commandarono, che la dasse; ed Io per consolazione di tutti, hò avuta qualche parte in adoperarmi presso l' EE. loro, e si darà nel seguente Diario.

Ciò terminato li Cantori della Cappella Pontificia intuonarono l' Inno Veni Creator Spiritus etc., e procedendo la Croce dalla nomata Capella del Coro, li Signori Cardinali due per due si portarono verso il Conclave;  e la Maestà del Re d' Inghilterra con la Regina sua Consorte andiodero a vedere detta processione al Coretto di Chiesa.

Nè qui si può raccontare la moltitudine grande del Popolo, che da per tutto stava per vedere tal funzione, basta solamente dire, che si rendeva difficile il poter caminare, e li Signori Cardinali con gran difficoltà potevano passare non ostante la Guardia Svizzera.

Entrasse 'Eminenze loro in Conclave, e portatesi nella Capella Paolina, ove terminata da Cantori l'ultima strofa dell' Inno, e dall'Eminentissimo Decano detta l'Orazione Deus, qui corda fidelium etc., e fatto l' extra omnes, si serrò detta Cappella Paolina, e lettesi le Bolle, e le Costituzioni Apostoliche, l' EE. loro le giurarono; doppo di ciò alcuni de'Signori Cardinali tornarono alli loro Palazzi, et altri rimasero in Conclave.

Il dopo pranso l' Eccellentiss. Sign. D. Augusto Chigi Maresciallo di S. Chiesa si portò in carozza al suo appartamento destinatoli in S. Pietro vicino la Porta del Conclave per poterla aprire e serrare secondo le urgenze, et ogni volta che entrano li Sign. Cardinali, che vengono di fuori; intanto avanti il suo Palazzo a Piazza Colonna si pose in ordine la sua compagnia di 100. uomini fatti arrollare, e vestire di panno turchino a proprie spese del nomato Prencipe colli loro ufficiali; andò ver servire Sua Eccell: una compagnia di tutti li Pescivendoli vestiti a gala con le bande di taffettano bianco, e turchino, e pennacchi bianchi alli Cappelli tutti bordati; susseguentemente veniva la Compagnia composta di Coronari, e poscia un'altra del Rione della Regola, e questi tutti assieme, precedendo il Confalone colle Arme di Sua Ecc., avendo distintamente ciascuna Compagnia la sua Bandiera col suo Aifiere, e ordinatamente si partirono dal suo Palazzo, et andarono per tutta la strada Papale à S. Pietro per montare la Guardia nel Quartiere particolare del Sig. Prencipe, che stà alle Scale della Basilica Vaticana.

In detto giorno per la Città non di pensò ad altro che armare tutti li posti e li Rioni e Monsignor Governatore del Conclave Don Bartolomeo Ruspoli nella Piazza di S. Pietro fece piantare un trave colla corda, e le forche per tenere a freno li malviventi.

Sù le 21. ora gl' Illustrissimi e Reverendissimi Monsignori Protonotarj Apost., li Patriarchi, 'gli Arcivescovi, Vescovi, Uditori di Rota, Maestro del Sagro Palazzo, li Chierici di Camera, li Votanti di Signatura, il primo Conservatore, e tutti gl' altri, che dovranno custodire le Rote prestarono il loro giuramento di adempire quanto si contiene nelle Apostoliche Costituzioni circa la elezzione del Sommo Pontefice.

Verso la sera li Signori Ambasciatori, li Ministri de' Principi, e Principi Romani con fiocchi e molti con lancespezzate e paggi con corteggi si portarono in Conclave per inchinarsi e riverire le Signori Cardinali, qual funzione durò finl alle 6. della notte, che fù serrata la Clausura; e li Signori Cardinali ch' erano tornati alli loro Palazzi tutti entrarono, alla sola riserva dell' Eminentiss. Sign. Cardinal Marescotti, quale si crede che entrerà verso l' ultimo, trovandosi per la Dio grazia sano, ma di anni 94, e l' Eminentiss. Scotti indisposto da raffreddore.

Nell' istessa sera arrivarono in Roma l'Eminentiss. Sig. Cardinale Armando di Rohan Francese, che si porto al Palazzo del Sign. Duca d' Altemps; e l' Eminentiss. Signor Cardinal Cornelio Bentivoglio di Aragona Fertarese, Legato di Romagna.

Martedì mattina [April 1, 1721] principiarono li parochi e le Religioni ad andare processionalmente dalla Basilica di S. Lorenzo in Damaso à San Pietro, come faranno ogni mattina cantando le Littanie de' Santi et altre preci, per pregaro Sua Divina Maestà acciò ci conceda un Vicario di Cristo, che sia prosicuo al Mondo Cattolico; et anche da Cantori Pontificj si canta la Messa dello Spirito Santo nella Capella fatta rigggere nelle scale del Conclave; e l' Illustriss. e Reverendissimo Monsign. D. Bartolomeo Ruspoli Governatore del Conclave e Borgo, con li atti della sua solita generosità fece intendere a detti Cantori, che terminata la funzione nel suo appartamento vi erano per loro ognigiorno preparati de' rinfreschi , e simil generosità la và pratticando con altri.

L' istesso giorno principiarono ad andare processionalmente al Santissimo, che era esposto in S. Gio(vanni) in Laterano le Confraternità, e la prima fù quella del Santissimo Corcifisso di S. Marcello, et il giorno quella di San Francesco di Paola alli Monti.

Ieri sera [the evening of April 1] arrivò l' Eminentissimo Signor Card. Pico della Mirandola Vescovo di Sinigaglia.

Questa mattina [April 2] sono entrati in Conclave l' Eminentiss. Sig. Card. di Rohano Vescovo di Argentina, servito dalle carozze dell' Eccellentissimo Signor Ambasciatore di Portogallo; e l' Eminentissimo Signor Cardinal Bentivoglio.

 


Relazione della morte del Sommo Pontefice Clemente Undecimo (Venetia: Appresso Angelo Geremia 1721) [24 pp.]. Diario delle novita di Roma in tempo di Sede Vacante, Num. 2. In data delli 2 Aprile 1721 (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.];   Num. 3 in data delli 5 Aprile 1721 (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.];  Num 4. in data delli 9 Aprile 1721 (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.];  Num. 5. 6.  in data di 16 e 19 Aprile 1721 (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.];  Num 7. 8. in data di 23 e 26 Aprile 1721 (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.];  Num. 9. 10. in data di 30 Aprile e 3 Maggio 1721 (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.];  Num. 11. a data di 10 Maggio (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.];  Num. 12. 13 in data di 14 & 17 Maggio (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.]; Num. 14. in data di 18 Maggio 1721 (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.]; Num, 15 in data di 18 [actually 24] Maggio 1721 (Venezia: Angelo Geremia 1721) [24 pp.].

 


February 1, 2014 10:24 AM -->

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